
La Vita in diretta, il caso degli anziani contagiati da operatori no vax a Fiano Romano. Pregliasco: "E' incredibile"

"E' abbastanza incredibile quello che è accaduto". Il professor Fabrizio Pregliasco, noto virologo che gli italiani hanno imparato a conoscere durante la pandemia per i suoi interventi in tv, ha commentato quanto è avvenuto nei giorni scorsi a Fiano Romano dove, in una casa di riposo privata, è scoppiato un focolaio Covid scatenato da un'operatore della struttura che aveva rifiutato il vaccino. Successivamente si è venuto a sapere che quasi tutti i dipendenti avevano rifiutato il siero. La notizia ha fatto il giro d'Italia. In breve nella struttura si sono contati 30 contagi tra i quali 27 anziani. Due sono in gravi condizioni, entrambi novantenni, in ospedale.
Infermieri rifiutano vaccino, salgono a 30 i positivi nella casa di riposo
Il caso è stato affrontato anche durante la puntata de La Vita in Diretta che in onda su Rai 1 il pomeriggio di lunedì 29 marzo. E' stato trasmesso un servizio che ha ripercorso la storia della struttura privata che è situata in via Venezia a Fiano Romano. Come noto il titolare si è vaccinato a gennaio sperando di dare il buon esempio, ma i suoi dipendenti hanno rifiutato il vaccino. "Il 24 marzo sono stati fatti i primi tamponi dopo che un'operatrice aveva manifestato alcuni sintomi tipici del coronavirus", ha detto durante l'intervista andata in onda. Due giorni dopo sono arrivati i risultati degli esami: 27 contagi, che poi secondo i dati della Asl Roma 4 sono saliti a 30. Nella struttura c'erano fino allo scorso fine settimana 36 ospiti, età media 85 anni: 26 di loro erano vaccinati.
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— La Vita in diretta (@vitaindiretta) March 29, 2021
Un caso che continua a far discutere tanto che il governo è pronto a inserire nel prossimo decreto con li misure anti covid delle norme per imporre l'obbligo di vaccino per i sanitari che sono a contatto con persone fragili. Dure le parole del professor Pregliasco: "E' abbastanza incredibile che ci siano colleghi o comunque personale sanitario che dovrebbe essere informato della qualità e dell'opportunità della vaccinazione. E' un guaio perché quello che è accaduto poteva non accadere. Spero che ci siano disposizioni di legge precise su questo punto senza correre il rischio che ci siano imboscati".
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