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Città del Messico (askanews) - Il Messico è considerato il Paese più pericoloso al mondo per i giornalisti dopo Siria e Afghanistan. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto s'è impegnato a rafforzare la protezione e a combattere l'impunità, due giorni dopo l'ennesima uccisione di un cronista, Javier Valdez, conosciuto per le sue inchieste sui narcos.
"Come presidente del Messico vi posso assicurare che agiremo con fermezza e determinazione per arrestare e punire i responsabili", ha detto. L'uccisione di Valdez ha provocato un'ondata di sdegno in Messico. Le Ong per la difesa dell'uomo hanno denunciato l'impunità generalizzata che vige nel paese per coloro che assassinano i cronisti.
Pena Nieto ha annunciato che rafforzerà la procura speciale creata nel 2010 per perseguire le minacce contro i giornalisti e farà rilanciare le inchieste in corso. "Abbiamo convocato una riunione straordinaria perché la protezione dei giornalisti e dei difensori dei diritti dell'uomo - ha continuato - richiede misure straordinarie".
L'ong Articulo 19 ha spiegato che è la prima volta che Pena Nieto reagisce pubblicamente all'ondata di omicidi di giornalisti. "Speriamo non sia stato un discorso vacuo, come è stato spesso il caso", ha commentato Sandra Patargo, della ong Articulo 19. Quello di Valdez è solo l'ultimo di una lunga serie di omicidi. "Quest'anno non è cominciato nel modo migliore. Sono già 5 gli assassinii. E dal 2000 se ne contano 105. Ma la cosa più inquietante è il livello di impunità: il 99,7 per cento nei casi di violenza verso i giornalisti"
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